
GREEN ROOM: telecamere, pedana di forza e maxischermi. La più innovativa tecnologia per lo STUDIO del movimento e la prevenzione degli infortuni
Il mio primo sport fu la danza classica, quando abitavo in Gabon, Africa equatoriale. Mi piaceva un sacco fare “en avant, première position” coi piedini e vedermi allo specchio in fila con le altre bambine mentre saltellavamo tutte insieme.
Quando tornai in Italia, la danza ebbe vita breve: eterne lezioni noiosissime guardando un muro grigio senza capire cosa stessi facendo o perchè…
Qualche anno dopo mia mamma, insegnante di karate, trascinò me e mia sorella sul tatami. A quanto pare ero bravina…ma a un certo punto proposi di mettere degli specchi per guardarci mentre praticavamo i kata. Mia mamma mi dette ragione (stranamente), ma gli altri Maestri storsero il naso.
Ritornai alla danza. Quando dovevamo provare pre-saggio in garage, il dramma principale era non avere gli specchi per controllare i passi. Così portai una rustica telecamerina a lezione e passavo i files alle compagne per studiarsi e perfezionarsi a casa prima di salire sul palco.
Durante l’università fu la volta del nuoto. Ad una certa, chiesi al mio allenatore di riprendermi mentre facevo le vasche, così che io potessi riguardare i miei movimenti. Sentivo che sbagliavo qualcosa, e lui stesso me lo continuava a ripetere.
Non è che non avessi capito il movimento giusto da fare…ma non riuscivo a capire come lo facevo IO. A me veniva naturale così e a percezione mi sentivo dritta…perchè allora continuavo a sbagliare da un lato? Di quanto ancora dovevo sollevare sta spalla sinistra? Ma davvero il bacino mi ruotava verso destra? Io mi sentivo dritta…
Al mio allenatore piacque un sacco l’idea dei filmati, e da lì tutte le volte studiavamo i miglioramenti da fare.
Questo perchè? Non perchè volessi o dovessi celebrare il mio egocentrismo e guardarmi se ero bella e brava davanti lo specchio! Ma perchè avevo la NECESSITA‘ di guardare i MIEI movimenti dall’esterno, da di lato, da sopra (e non solo quelli dell’istruttore)…per poterli correggere e per capire meglio la biomeccanica, i limiti e le particolarità del MIO corpo.
Ogni corpo ha le sue strategie di movimento, per gestire al meglio il proprio peso.
Inoltre, pensiamoci bene, noi pensiamo di “saper” camminare, correre, saltare…ma il modo in cui lo facciamo è semplicemente la nostra riproduzione di come l’abbiamo appreso per imitazione da piccoli, quindi solitamente dai nostri genitori, abbinato alle nostre caratteristiche fisiche innate.
Chi fa palestra e sala pesi lo sa bene: l’esecuzione è fondamentale.
La corretta esecuzione di uno squat? Possiamo aprire milioni di pagine internet o tutorial su youtube e scatenare dibattiti incendiari!
I movimenti sbagliati infatti si chiamano “disfunzioni biomeccaniche“. E sono una delle due principali cause di infortuni sportivi!
L’altro è l’infortunio da contatto, ossia se qualcuno ti viene addosso o ti spinge e ti fa male.
Facendo io quasi sempre sport non di squadra, la principale causa di infortuni che potrebbero capitarmi sarebbe una disfunzione biomeccanica. Ossia il classico “come farsi male da soli”.
E non c’è niente da ridere! Sportivi professionisti di ogni sport e disciplina si infortunano ogni giorno, dai calciatori agli sciatori, dai bodybuilders ai runners…molti di loro addirittura abbandonano la carriera sportiva post-infortunio.
Cosa ancora peggiore, studi scientifici hanno riportato che un’altissima percentuale di chi ha subito un infortunio, subisce LO STESSO infortunio a distanza di tempo, o sullo stesso arto, o sull’altro altro “sano”. Quindi averne curato uno è servito a poco…perchè abbiamo curato ma non abbiamo capito.
Nel 2015 mi sono stirata il muscolo bicipite femorale dx, perchè alla bellezza di 27 anni ho pensato bene di cimentarmi nella strampalata coreografia di Sia – Chandelier per farne un remake (chi mi segue da tempo sa di cosa parlo e ricorderà i miei video-remakes un po’ pazzerelli).
Non so in che preciso movimento mi feci male, so solo che ad un certo punto mentre ero semplicemente piegata in avanti la gamba “partì”.
“Sa il Signur” che scatto avrò fatto tra anca, ginocchio e bacino.
Da allora il mio femorale dx non è più stato flessibile come prima, e sento sempre una corda tirare.
Da quest’episodio mi sono però sempre più avvicinata al mondo dell’osteopatia, della riabilitazione e indubbiamente ho capito sulla mia pelle che anche il mio fisico, pur allenato che sia, va “maneggiato con cura”…e la miglior cura è sempre la PREVENZIONE!
Prevenzione che fa rima con CONSAPEVOLEZZA (ok sono scarsa anche nelle rime baciate).
Ogni corpo è diverso, e non c’è cosa più difficile che correggere le proprie abitudini sbagliate…sarebbe molto più facile partire da zero con un nuovo sport!
Ma per potersi correggere e per imparare movimenti e posture corrette, è necessario VEDERSI, STUDIARSI e fare tanta PRATICA finchè il cervello non sovrascrive l’errore!
Ho avuto l’immenso piacere ed onore di provare in anteprima quello che è il nuovo modo di pensare l’ambito riabilitativo e correttivo, la più innovativa tecnologia per lo STUDIO del movimento e la prevenzione degli infortuni: la GREEN ROOM dello storico e rinomato centro ISOKINETIC a Milano, Centro Medico di Eccellenza FIFA, diretto dal Dr. Pierfrancesco Perini.
Ovviamente ci siamo concentrati sul mio lato dx, essendo quello che vi raccontavo essermi infortunata, anche se non di recente.
Cos’è la GREEN ROOM? E’ un sofisticatissimo laboratorio in grado di visualizzare in tempo reale i movimenti di un atleta, grazie a 3 telecamere ad alta velocità e definizione, un dettagliatissimo slow-motion, un feedback visivo immediato sul gigantesco videowall ed una pedana di forza.
In questo spettacolare laboratorio, sotto la guida di medici di altissimo livello diretti dal Dr. Santo Pratico, si esegue un Movement Analysis Test (MAT), che consiste nell’esecuzione di 6 movimenti descritti in letteratura e sport-specifici (io ho fatto squat monopodalico, drop jump, scivolamento laterale, decelerazione, single-leg hop e cambio di direzione), scaricando la forza su una pedana di forza posta al centro della Green Room, e ripresi frontalmente e lateralmente da queste 3 telecamere.
Gli slow-motions vengono analizzati dai medici con softwares molto precisi e sofisticati, ed avendo scaricato la forza in ciascun esercizio sulla sensibile pedana di cui sopra, possiamo rilevare la spinta che il terreno naturalmente rimanda indietro al nostro corpo, che vediamo sul maxi schermo indicata con dei vettori verdi, per capire quanto ne risentono le nostre articolazioni: ginocchio, anche, lombari…
I vettori (cioè le frecce verdi che vedete) e le griglie di misurazione indicano in maniera chiara e semplice se, dove e di quanto il mio movimento è sbagliato o corretto.
Attenzione non sbagliato nel senso di “siamo delle schiappe”! Sbagliato nel senso che magari adoperiamo erroneamente un arto, sovraccarichiamo un’articolazione, spingiamo su un punto delicato. Esistono schemi di movimento che la comunità scientifica studia quotidianamente. Pensate a quanti campioni nazionali o mondiali che, presto o tardi, hanno dovuto fermarsi o operarsi! …e non erano mica schiappe!
Durante il MAT viene valutata: la stabilità del tronco, del bacino e dell’arto (nel mio caso quindi sempre il dx), l’assorbimento dello shock e la strategia motoria.
La cosa bella è che tutto questo accade “in real time”, quindi i medici ti mostrano e ti spiegano tutte queste cose mentre tu ti stai guardando “allo specchio” e rivedi i tuoi movimenti sul maxi schermo…
Ma vedi allora che anche io da piccola non ero poi del tutto svitata?!?
Al termine della valutazione viene consegnato il referto ed una serie di suggerimenti per correggere i movimenti e gli atteggiamenti “a rischio”. Ora abbiamo la CONSAPEVOLEZZA, ovvero abbiamo identificato con gli esperti dove e cosa sbagliamo e l’abbiamo visto coi nostri occhi; adesso dobbiamo fare PRATICA per correggere questa disfunzione del movimento e riallenare la nostra coordinazione motoria, tramite l’apprendimento, il consolidamento, l’automatizzazione e la ritenzione (non idrica!! del movimento corretto e sano!)
In sostanza la GREEN ROOM, che il centro all’avanguardia ISOKINETIC di Milano Navigli ha appena introdotto (già attiva da due anni nella sede di Londra), NON E’ UNA STANZA, MA UNA FILOSOFIA DI CURA!
E’ una riabilitazione (o prevenzione) ATTIVA, incentrata sul paziente, motivante, istruttiva…ed è anche divertente!!
La motivazione è fondamentale per raggiungere gli obiettivi, che siano di miglioramento o di riabilitazione. E’ stata svolta una ricerca all’interno dei centri Isokinetic che dimostra come il 95% dei pazienti ritorni a fare sport anzichè darsi per vinti, e come i pazienti che si riabilitano nella sede in cui c’è la Green Room siano significatamente più motivati rispetto ai pazienti che fanno le loro sedute di riabilitazione in anonime stanze separate.
Quindi, di nuovo, Green Room come recupero ATTIVO e MOTIVANTE con l’obiettivo di vedere con i miei occhi e capire sulla mia pelle come e perchè quel dannato errore che mi è costato mesi a letto ora è solo un brutto ricordo e posso finalmente tornare a fare il mio sport preferito IN SICUREZZA!
Sito ufficiale: www.isokinetic.com/it/